Ercole – Mito e influssi sul Cristianesimo

Eracle, o Ercole, è ben noto per le sue 12 fatiche, che corrispondono ai dodici segni dello zodiaco e sono dimostrazioni del suo ruolo come “Salvatore”. Nato da una vergine, egli era anche conosciuto come il “Unigenito” e “Parola Universale”.47

La vergine madre di Eracle/Ercole si chiamava Alcmene, il cui nome in Ebraico era “almah”, la “donna luna” che, come dice Walker, “fu madre di re sacri nel culto di Gerusalemme, ed il cui titolo fu conferito alla vergine Maria.

Paralleli tra i miti precedenti di Alcmene e i miti successivi di Maria erano troppo numerosi per essere coincidenze. Il marito di Alcmene si astenne da rapporti sessuali con lei fino a dopo la nascita del suo dio-generato”.48

Walker racconta anche la storia di Ercole e la sua relazione con il racconto Cristiano:

Le sue Dodici Fatiche simbolizzavano il passaggio del sole attraverso le dodici case dello zodiaco … Dopo che il suo percorso era finito, egli fu rivestito della tunica scarlatta del re sacro ed ucciso, per essere risuscitato come il suo padre divino, per salire al cielo… Difficilmente può essere sovrastimato l’influsso del culto di Eracle sui primi Cristiani.

La città di origine di S. Paolo di Tarso rappresentava regolarmente il sacro dramma della morte di Eracle col fuoco, motivo per cui Paolo presupponeva che ci fosse grande virtù salvifica se nel dare il proprio corpo per essere bruciato, come i martiri di Eracle (1 Corinzi 13:3).

Eracle era chiamato Principe della Pace, Sole della Rettitudine, Luce del Mondo. Egli era lo stesso sole salutato giornalmente dai Persiani e dagli Esseni con la frase rituale “Egli è sorto”.

La stessa formula annunciò il ritorno di Gesù dal mondo sotterraneo (Marco 16:6). Egli era sacrificato all’equinozio di primavera (Pasqua), il festival del Nuovo Anno secondo la misurazione antica.

Egli era nato al solstizio d’inverno (Natale), quando il sole raggiunge il suo nadir e la costellazione della Vergine sorge all’est. Come Alberto il Grande lo espresse secoli dopo, “Il segno della vergine celeste sorge sopra l’orizzonte, nel momento che noi troviamo fissato per la nascita del nostro Signore Gesù Cristo”.49

Citazioni:

47 Doane, 193.

48 Walker, WE~MS, 22.

49 Walker, WEMS, 393-4.

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Da “The Christ Conspiracy” di Acharya s”

Bibliografia relativa a “The Christ Conspiracy” di Acharya s – Ricerche Origini Cristianesimo

Una risposta a “Ercole – Mito e influssi sul Cristianesimo

  1. Scusi la correzione, ma Alcmena non era vergine, e suo marito Anfitrione giacque con lei la stessa notte in cui Zeus (sotto le mentite spoglie di Anfitrione stesso) la possedette. Nacquero dunque due gemelli, uno mortale e uno semidivino… Quanto agli epiteti qui attribuiti ad Ercole (unigenito, parola universale, eccetera) non li ho trovati né in Omero, né in Eschilo o Sofocle o Euripide o in Seneca o in Apollodoro o in Plauto o in Ovidio. Confesso di non aver letto Apollonia Rodio ma cercherò di sopperire alla mancanza quanto prima. Del resto non poteva certo essere definito unigenito di nessuno il figlio di un dio notoriamente promiscuo e “fertile” come Zeus (fra i suoi pargoli : Febo, Artemide, Efesto, Perseo, Elena, e perfino Alessandro il grande, a detta sua…) . Detto questo, forse a causa della mia ignoranza mi sfuggono i molti altri parallelismi fra le vicende di Ercole e Cristo. Devo dire che spesso le immagini dei miti antichi erano usate dai cristiani come prefigurazione del mistero di Cristo (es. Ercole che riporta Alcesti dall’Ade come simbolo del trionfo di Cristo sulla morte, oppure Ulisse e le sirene come allegoria della vittoria sulle tentazioni ), ma da studioso di antichità “serio” – al di là del mio essere personalmente cristiano – non mi spingerei più in là con analogie “azzardate” e con conclusioni da rotocalco. Detto ciò, le porgo i miei distinti saluti.

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