Tre domande su Gesù Cristo

Da Movimento Laico:

1) Se Gesù, perfettamente umano e divino (concilio di Calcedonia, 451) è uno con il Padre (concilio di Costantinopoli, 381) e Maria è madre di Dio (concilio di Efeso, 431) e cioè di Gesù, allora è anche madre del Padre (uno con il figlio) e figlia di suo figlio (uno con il Padre) che dunque è figlio di se stesso ed è anche suo padre e che, essendo nato prima dell’inizio dei tempi è nato prima di sua madre. In questo incesto alla rovescia con andata e ritorno nel tempo, siete in grado di fornire un’accettabile spiegazione sul ruolo del povero Giuseppe e su come lo stesso abbia potuto trasmettere la propria discendenza davidica al ‘Re dei Giudei’?

2) Visto che di vangeli in lingua aramaica non è mai stata trovata traccia alcuna e che in greco la parola ‘fratello’ non significa altro che ‘fratello’, qual è il criterio in base al quale affermate che la stessa debba essere tradotta in ‘cugino’ soltanto qualora riferita a personaggi indicati come fratelli di Gesù?

3) Ed ora tre domande che attendono una sola, esaustiva e convincente risposta.

a) Come mai la Roma imperiale, tollerante con tutte le tradizioni e le fedi dei popoli sottomessi, non riuscì ad essere tollerante proprio nei confronti dei miti e pacifici oranti di fede cristiana disposti a dare ‘a Cesare quel che è di Cesare’?

b) Perché Tacito e Svetonio espressero un così vivo disprezzo per un’umile e innocua fede conciliante con il potere e volta a valorizzare esclusivamente il mondo celeste?

c) Se davvero il nascente cristianesimo, conforme agli insegnamenti di Cristo, non espresse mai alcun potenziale insurrezionale né alcuna minaccia all’ordine istituzionale, come mai per tre secoli imperatori saggi ed equilibrati come Traiano, Antonino Pio, Marco Aurelio e molti altri, se non alimentarono le persecuzioni contro i cristiani si guardarono comunque bene dal liberalizzarne il culto?».

Originale completo

12 risposte a “Tre domande su Gesù Cristo

  1. Scusatemi, ma che ragionamenti sono questi ?
    Come si fa a prendere letteralmente un mito ?
    Gli atei otalitari e fondamentalisti cercano di combattere la fede con argomenti pseudo-razionali, che non fanno altro che rivelare ancora una volta e di piu’ la loro mancanza di imaginazione , di cultura profonda dell’anima umana, e sottolinenao la loro volgare appiattimento mentale che non riesce a comprendere quello che Pascal definiva le ragioni del cuore.
    In una parola: siete noiosi.
    M

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    • vivereeeeeeeee

      appiattimento mentale??? ma soprattutto mancanza di immaginazione????!!!! sei il risultato perfetto delle religioni e dell’ignoranza..non conoscenza cm vuoi chiamarla.
      una persona che ragiona con la propria testa e che punta a raggiungere la conoscenza , conoscenza soprattuto di queste continue e infinite manipolazioni di massa non può essere definito ateo totalitario .. quese stesse persone in qualsiasi maniera tu li voglia definire non combattono mica la fede combattono qualcosa che forse un giorno riuscirai a intuire senza l’aiuto di ricerche domande ma solo aprendo gli occhi sul mondo che stai vivendo..ma forse aprire gli occhi e svgliarsi sembrerà piuttosto noioso anche allora..meglio dormire tnt c’è il paradiso ad attenderci ..

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  2. teologo cattolico

    1. Giuseppe è padre putativo. trovi scritto tanto su argomento
    2. un po’ ritrito come tema… trovi scritto tantissimo su argomento
    3. unico argomento che tocco: cristianesimo ha potere rivoluzioanrio scandaloso, nulla di pacifico, non per nulla gesà cristo è stato ucciso da autorità sia religiose che politiche dell’epoca. è tesi di coloro che vedono cristianesimo una invenzione politica di costantino sostenere che è religione di convivenza civile e politica. cristianesimo dà sempre scandalo, fa sempre discutere (vedi vari siti), porta spada….

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  3. Questi tre quesiti sono gli stessi che uno scrittore ateo, G. Tranfo, mi rivolse tempo fa su un altro blog.
    Sperando di fare cosa gradita a tutti, per puro amore di condivisione, propongo anche qui le mie risposte che diedi a Tranfo (a cui non replicò) frutto delle mie ricerche.

    a) Riguardo al primo quesito, caro Freespirit, hai dimenticato di riportare che il dogma cristiano della Trinità, assieme a quello sulla unicità di Dio, definisce la relazione esistente tra la persona e la natura divina. Infatti questo dogma afferma che Dio è uno solo, unica e assolutamente semplice è la sua Sostanza, ma comune a tre Persone (o Ipostàsi) uguali (consustanziali) e distinte.
    Quindi Maria è madre della persona di Gesù e siccome la persona di Gesù ha anche la natura divina, Maria è anche madre di Dio. La persona del Padre, anche essendo di natura divina, in quanto persona è distinta dal Figlio, quindi Maria non può essere madre della persona del Padre.
    Ecco risolto il tuo problema caro Freespirit.
    Per quanto riguarda Giuseppe mi associo alla concisa risposta di teologo cattolico.

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  4. Veniamo ora al secondo quesito:

    b) Per capire come mai il termine “adelfòs”, nelle scritture cristiane del I secolo, non abbia esclusivamente il significato di “fratello” bisogna considerare il fatto che tali scritture sono state scritte in un greco ellenistico (Koinè) caratterizzato da numerosi semitismi, esattamente come è scritta la Bibbia nella versione dei LXX.
    In tale forma di greco il termine “adelfòs” non indica solo i fratelli in senso stretto, ma anche i “parenti vicini”. Nonostante siano cugini (Gen 11, 27), nella bibbia dei LXX, Abramo e Lot vengono indicati come fratelli “adelfòs” (Gen 13, 8). Il termine greco per cugini “anepsiòs”, invece, in questo greco-semitico, non indica mai dei “cugini” sia nel Nuovo Testamento che nella Bibbia dei LXX. Questo termine è usato solo per indicare una parentela remota, come, ad esempio, la parentela di grado non definibile tra Tobia e Gabael (Tb 7, 2 e 9,6). Tale parentela era sicuramente lontana, almeno dal punto di vista geografico: Tobia risiedeva a Ninive, in Mesopotamia, mentre Gabael a Ecbatana, nella Media (attuale Iran). In Nm36,11-12 il termine “cugini” indica generici appartenenti alla stessa tribù di Manasse. Notare come in 1Cr23,22 (Bibbia dei LXX), nel caso di veri e propri cugini di primo grado non viene usato “anepsiòs”, ma “adelfòi”. Nel Nuovo Testamento il termine “anepsiòs” è usato una sola volta in Col4,10, dove è indicata la parentela di Marco e Barnaba. Anche in tale caso, come nel Libro di Tobia, la parentela non è definita ma comunque lontana: Marco risiede a Gerusalemme (At12,12), mentre Barnaba è originario di Cipro (At4,36).

    Ora, siccome il termine “adelfòs” non indica i fratelli in senso stretto, ma anche i cugini, il significato autentico di tale termine lo si può ricavare solo dal contesto.
    Nel caso, ad esempio, di Giacomo e Giovanni, è chiaramente indicato che sono i figli di Zebedèo con la stessa madre (Mt 4, 21 e Mt 27, 56), quindi dal contesto si capisce che il termine “adelfòs” significa fratelli in senso stretto. Nel caso, invece, dei fratelli di Gesù in Marco 6,3-4 e Matteo 13,55-56, sappiamo che Giacomo e Ioses erano fratelli “stretti” perché figli di una Maria che non è la madre di Gesù (Mt 27, 55-56), che Simone e Giuda sono figli di Cleofa, come ci informa Egesippo (uno scrittore giudeo-cristiano del II secolo), quindi è dal contesto che si può tradurre il termine “adelfòi” come “parenti vicini”, molto probabilmente dei cugini.

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  5. Infine veniamo al terzo quesito:

    c) Per rispondere a questo quesito bisogna conoscere bene la storia dei romani e i loro usi e costumi in campo religioso. E’ vero che ebbero sempre una certa tolleranza con le religioni dei popoli con cui vennero a contatto e che sottomisero, ma a patto che tali religioni non minassero la struttura dello stato romano e la percezione della loro sicurezza. Agli occhi dei romani la religione cristiana era vista come un cancro che rodeva dal di dentro lo stato, distruggeva la tradizione degli antichi padri, indeboliva l’impero nei confronti dei pericoli esterni. Le varie persecuzioni, specialmente le ultime (Decio, Diocleziano, ecc…) sono state dei veri e propri tentativi disperati di ripristinare l’antico sistema. Un esempio, tra i più esemplificativi, ce lo fornisce il grande storico romano Cornelio Tacito (54-119 d.C.) nel suo celebre passo degli Annales (XV, 44). Il suo odio e le sue riprovazioni nei confronti dei cristiani descrivono molto bene com’era considerato a Roma il Cristianesimo nei primi due secoli. Era una “superstitio nova”, e i cristiani erano dei “molitores rerum novarum”, perché introducevano un culto e uno stile di vita assai diverso da quello tradizionale. “Superstitio” non è più, nel linguaggio romano, un sinonimo di “religio”, ma ne è l’opposto; “superstitiones” sono quei culti stranieri o innovatori che non corrispondono alla tradizione degli antenati (mos maiorum) e non hanno ricevuto pubblico riconoscimento. A Roma una legge antichissima, riportata da Cicerone, imponeva: “Nessuno abbia proprie divinità nuove o straniere, non riconosciute pubblicamente” (De legibus II, 8, 19). La colpa dei cristiani è quella riassunta dall’espressione di Tacito: “odio del genere umano”. Essi costituivano nella società imperiale un gruppo a sé, estraniato dalla vita pubblica e dalla religiosità comune, che era un elemento di coesione sociale. Il rifiuto di adesione alla religione dello stato (come quello a sacrificare all’imperatore) era visto come un atto di sovversione politica, esattamente come la tendenza a rifiutare costumi ed istituzioni tradizionali e ad estraniarsi dalla vita pubblica.
    Alla luce di tutto ciò è profondamente sbagliato supporre che i cristiani furono perseguitati perché vollero rovesciare l’impero romano con la forza delle armi. I cristiani non diedero mai vita a tentativi di sommossa o a disordini (come, invece, fecero gli ebrei a più riprese), Roma non dovette mai scomodare le sue legioni per reprimere i cristiani. La stessa figura del Gesù dei vangeli non ha niente a che fare con la violenza. Guariva i malati, sanava i lebbrosi, perdonava i pubblicani e le prostitute (due categorie di persone odiate dagli ebrei), ma soprattutto, era amichevole con i samaritani (che gli ebrei odiavano in quanto stranieri) e con l’invasore romano (episodio del centurione romano Lc 7, 1-10). Davanti a Pilato, Gesù afferma chiaramente: “Il mio regno non e’ di questo mondo, se il mio regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non e’ di quaggiù’” (Gv. 18, 36).

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  6. A questo punto, mi piacerebbe farti qualche domanda, caro Freespirit: Se l’intento dei primi cristiani era quello di operare una rivoluzione politica con la cacciata dei romani, che senso ha produrre e diffondere dei vangeli dove la figura dominante del capo predica pace e fratellanza anche verso l’invasore? Che afferma di non voler costruire un regno terreno? Che ripudia l’esclusività del concetto di Dio degli ebrei?

    Grazie per l’attenzione e un caro saluto a tutti.

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  7. In merito a quanto dice Luis, Tranfo(e non solo): rispose ad OGNI quesito a differenza di Luis(vedere su resistenza laica e al solito di ogni credente girarci attorno)

    Se Luis salta le parti facendo affermazioni astoriche(come quella del suo ultimo commento dimenticando i vari cristanesimi) non ricollegando la STORIA(adottando 2 pesi e 2 misure) e perciò negando, non vuol dire che l’interlocutore non abbia risposto.

    Spero che dopo tanto scrivere(non mio) certa gente trovi altro da fare.

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  8. Grazie Eliante
    Come ho scritto varie volte, una lunga esperienza in merito mi ha convinto che cercare di ragionare con chi ha il “paraocchi” della fede è tempo perso: non ci può essere vero dialogo. Dato che sono occupatissimo, “in tutt’altre faccende affaccendato”, appena capisco di avere a che fare con chi ragiona condizionato dalla propria fede lascio perdere….
    Nel mio blog e su altri siti cerco di offrire e citare testi e riflessioni per favorire un approfondimento sulle religioni, sulla religione cattolica in particolare. Spero che chi cerca veramente di capire possa trovare elementi utili, per gli altri purtroppo non c’è ragionamento che tenga….
    Pregherei Louis di non usare espressioni come “caro” e simili nei miei confronti. Mi pare come una presa per i fondelli, un atteggiamento “UNTUOSO COME LA VISITA DI UN PRETE” e poco veritiera e spontanea….

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  9. Caro Eliante (spero che per te possa ancora usare gentilezza ed un tono confidenziale),
    vorrei farti notare che non è vero ciò che hai scritto circa il mio scambio di commenti con il sig. Tranfo. Basta collegarsi al link:
    http://www.resistenzalaica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1120&Itemid=1
    per rendersi conto che Tranfo lasciò senza risposta alcune mie eccezioni alle sue affermazioni.

    Mio caro Eliante, sono pronto, ovviamente, ad accettare ogni critica, però mi farebbe piacere che tu argomentassi le tue accuse nei miei confronti. Penso che ne trarrebbe vantaggio la discussione ed il livello scientifico del blog.

    Sig. Freespirit,
    sarà mia cura, d’ora in avanti, quando dovrò rivolgermi a lei, non usare più il mio consueto tono amichevole e confidenziale per ripiegare su un linguaggio più formale ed asettico. Mi lasci, però, notare la tristezza di questa sua presa di posizione, a mio avviso ingiustificata.

    Tante volte le ho fatto notare di come ogni mia affermazione non ha alcunché di fideistico, ma deriva unicamente da una ricerca storica. Certamente tale ricerca non è e non può essere l’unica possibile e sono ben contento di metterla a confronto con altre ricerche. Purtroppo, però, noto una certa scarsità di tali repliche ma, piuttosto, un ostracismo (quasi una sorta di razzismo) ideologico basato su odiosi preconcetti.

    Cordiali saluti

    PS.
    Vorrei, inoltre, farle notare che il mio nick è “Luis”.
    Grazie.

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  10. Sembra che questa discussione sia oramai esaurita, per mancanza di accordo… ma su cosa ?
    Mi è sembrato che tutti siano molto ferrati in cose religiose, riguardanti i dogmi e la storia, e questo mi fa un immenso piacere. Quindi i disaccordi sono piuttosto formali, basati su interpretazione di fatti.
    E’ evidente che le religioni hanno un’origine storica e che indagare su queste basi sia necessario e anche istruttivo e forse divertente, almeno per chi ama la conoscenza.Comunque lo studio delle orgini del Cristanesimo vanno piu’ in là di quanto discusso in questo blog da persone evidentemente interessate e interessanti.
    Si sono ignorate le connessioni con i miti antichissimi mediterranei e anche di provenienza orientale attraverso la mediazione della cultura greca.
    Ci tengo pero’ ad afermare che il mio intervento sulla relazione tra religione/fede ( non razionale) e il roblema della popolazione è stato ridotto a un problema sessuale , cioè di interpretazione del fine ultimo del sesso, che giustifica la reticenza con cui esso è stato trattato nei secoli di cristianesimo.
    Quindi la discusisone anche interessante sui dogmi eccetera, non entra in questo tipo di indagine.
    Scusate

    Maria luisa Cohen (MARISA)

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