Jahvè, Dio e Allah: false divinità

Da UAAR:

Per non credere è necessario qualche motivo? Servono forse per credere: è chi afferma che ha l’onere della prova, e chi crede dovrebbe prima verificare se le evidenze prodotte sono credibili. Non accade quasi mai: la fede si eredita, di solito, per trasmissione familiare, e gli educatori delle diverse religioni si rivolgono a platee che danno già per scontato che esista Dio. Il loro.

Sono così soprattutto i non credenti a parlare e scrivere dell’esistenza di Dio. Dante Svarca, prendendo sul serio quanto afferma la stessa Enciclopedia cattolica («la soprannaturalità deve essere provata. Contravvenire a questo principio è peccare contro la fede per eccesso, e significa aprire la porta a tutte le superstizioni») ritiene vi siano (almeno) 101 motivi per non crederci. Ma già Margherita Hack, nella prefazione, ricorda che «ne basterebbe uno solo: rispondere a tutti i perché a cui la scienza non sa ancora rispondere, al perché si nasce e perché si muore, a volersi illudere di seguitare una qualche forma di vita dopo la morte».

Ed è lo stesso autore che, in apertura, prendendo spunto da una osservazione di Piergiorgio Odifreddi, («che cosa sia dio si sa: è qualcosa di cui non si sa né cosa sia, né se ci sia»), osserva che «dei 101 motivi per non credere nell’esistenza di un qualsiasi dio, contenuti in questo lavoro, in effetti, i prossimi 100 sono superflui. Questo primo motivo, da solo, dovrebbe essere sufficiente a impedire che persone normali, dotate d’intelligenza normale, si trasformino in credenti». Una sola ragione può bastare, per non credere.

Originale

7 risposte a “Jahvè, Dio e Allah: false divinità

  1. Non sono un credulone,mi baso sulla mia esperienza personale.Ho avuto una esperienza paranormale.Per sommi capi:mio padre ha fatto i raggi e il medico mi ha detto suo padre ha una grossa macchia sui polmoni,Sarebbe meglio domani fare una Tac.Alla sera prima di addormentarmi pregai che mio padre vivesse ancora per 2 anni.Alle 4,00 si accesero tutte le luci dell’appartamento si spalancarono le porte e le finestre e mio padre che era all’ospedale venne in camera mia e senza dire una parola ma dimostrandosi tutto felice e contento ,poi pian piano divenne bianco e si scisse in tanti puntini bianchi e disparve in un lampo.L’immagine assomigliava a mio padre ma aveva denti bianchissimi,(aveva la dentiera )Alle nove fece la Tac e la macchia era sparita.Mori esattamente 2 anni dopo ,aveva avuto un ictus e io pregai ,dato che aveva 98 anni che finisse di soffrire.Appena finii di telefonare,erano le 6,00 ricevetti una telefonata in mi dicevano che mio padre era spirato.

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    • Come sempre, ALTRO SONO I FATTI, ALTRO LA LORO INTERPRETAZIONE
      1) Per prima cosa vanno accertati i fatti in modo più “scientifico” possibile. In questo ambito bisognerebbe accertare anche quanti e quali siano le possibili cause o concause che hanno prodotto i fatti; quali capacità possegga lo spirito umano in particolari circostanze, ecc. Visto che quello che potrebbe risultare eccezionale o “miracoloso” alla luce della scienza attuale, potrebbe trovare spiegazioni in un futuro più o meno lontano come è successo, ad es. per alcuni fenomeni attribuiti in passato al demonio o a qualche intervento divino che poi la psicologia ha spiegato come problemi del subconsio…., occorrerebbe tenere in conto anche eventuali future conoscenze prima di esprimere certezze.
      2) Una volta sicuri dei fatti che, come abbiamo visto è cosa ardua, si apre tutto un mondo di possibili interpretazioni. Anche in questo ambito dobbiamo tener conto di tutte le possibili future conoscenze ed anche di quello che potrebbe non essere possibile conoscere mai…
      3) Quando raccolgo i fiori di zucca, spesso, al momento di lavarli, trovo qualche ape intrappolata e in pericolo di affogare. Generalmente con un bastoncino le aiuto a salvarsi. Se queste api avessero il nostro modo di ragionare, probabilmente riterrebbero di essere state salvate da un qualche “Dio delle api”; infatti non potrebbero neanche percepirci come un essere in quanto, al massimo potrebbero aver consapevolezza del bastoncino, non di noi come essere….

      Aggiungo che non siamo coscienti neanche di come ci arrivano i nostri pensieri! Oggi riteniamo che, probabilmente e generalmente, emergano dal nostro inconscio.
      Quanto c’è in noi di inconscio? Quanto di eventuali livelli di “super inconscio”? Che cosa è in realtà l’inconscio?
      Quanto di telepatico o di altre capacità inconscie e/o non ancora scoperte e delle quali non abbiamo neanche l’idea?
      Ecc.

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    • Caro Giovanni, leggo molto spesso i suoi interventi, e devo dire che non raramente si dimostrano sensati ed accettabili. Per mio voluto “candore” d’apertura intellettuale, non voglio dunque dubitare del suo racconto, fermo restando che, prescindendo dalla necessità che il “razionalista” ha di trarre fuori dall’alveo metafisico determinate testimonianze, potrebbero essere plausibili tantissime spiegazioni. Ad esempio, certe popolazioni indios amazzoniche usano droghe (come la famosa ayahuasca) che causano la “precognizione” di eventi futuri, senza che si tirino in ballo divinità, spiritismo e simili; certi “profeti”, ad es. le pizie o Nostradamus (pare), sembra che non disdegnassero fumi psicotropi o altre sostanze che li aiutavano nelle loro “previsioni”. Magari in certi casi, in cui è sottoposto a forti stress emotivi, il cervello (che è, purtroppo o fortunatamente, una miniera ancora molto poco scavata e sfruttata) può attivare determinate aree, senza bisogno di simili incentivi.

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  2. La libertà di autodefinire la propria esistenza implica la cancellazione categorica dei vincoli religiosi. La letteratura diseducativa dei chierici disumanizza la vita e invoca la morte. Perciò è bene confrontarsi – serenamente e con coscienza – con la vita e con la morte, lasciando da parte gli influssi cattolici e la bioetica giudaico-cristiana.
    Chi decide per noi decide per sé. Se poi decide per il suo dio, non c’è più alcuna speranza che ne possa derivare qualcosa di buono, e la brava gente non deve più permetterlo: l’abulia e la passività sono la causa del trionfo del male.

    da: LA RELIGIONE CHE UCCIDE
    COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ
    (Nexus Edizioni), giugno, 2010.
    517 pagine, 130 immagini, € 25

    http://www.shopping24.ilsole24ore.com/sh4/catalog/Product.jsp;jsessionid=5CEA4413C7EEA5149DD28140DBE79EC4?PRODID=SH246200038
    http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-religione-che-uccide.php

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  3. Devo dire che dal 1975 che ho smesso di andare in chiesa.Un fatto accadutomi mi ha fatto capire che il denaro è la cosa più sacra della chiesa.Però dato che dal 1954 all’88 ho avuto molti avvistamenti ufo e alcuni paranormali,penso c he ci sia qualcosa di misterioso che ci controlli.Non sò dire cosa sia ma c’è.
    Devo dire che non bevo e non fumo coca

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    • Tutto è possibile. L’esistenza di alieni (l’universo è enorme: pensare d’essere da soli in esso, è mera presunzione) non è improbabile, e comunque (in risposta a certi religiosi, secondo i quali la loro eventuale esistenza non sminuirebbe la capacità creativa di Dio) non implicherebbe di certo biunivocamente quella di entità assai più improbabili, come divinità e simili.

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  4. è divertente… come l’ateismo cerchi anch’esso una sua bibbia!
    la scienza è o meglio dovrebbe essere la bibbia dell’ateo!
    Il problema che è molto facile pungere una religione nata da un manipolo di briganti nel 325 a Nicea.. un po’ più difficile è attaccare una religione che esiste da 4000 anni e che non troverà mai fine…

    l’ateismo come il cristianesimo, solo congetture e dogmi…

    Fino a quando la scienza rimarrà la risposta al “come?” allora la religione, quella nata 4000 anni fa, avrà sempre il monopolio sulle rispose al “perché?”

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