Panpsichismo

Supponiamo che la dimensione vita sia sempre concomitante alla materia come uno degli elementi costitutivi e fondamentali ma che non si manifesti con precisi fenomeni o che noi non riusciamo a percepire prima di un determinato livello di organizzazione e complessità dando luogo appunto a fenomeni che noi riteniamo propri di organismi viventi.
Cioè la vita sarebbe una dimensione dell’essere e quindi lo accompagnerebbe sempre ed in ogni forma, ma non si esprimerebbe e non verrebbe percepita nelle forme non sufficientemente evolute, oppure che noi percepiamo solo alcune espressioni della vita per cui, non trovandone nelle forme più elementari della materia, saremmo portati a pensare che la vita in queste non esista.
Le particelle elementari costitutive della realtà conterrebbero già un “elemento psichico”: “lo spirito nella materia”.
Oggi siamo “immersi” in una fitta rete di segnali elettromagnetici di ogni tipo, vari strumenti sono in grado di captarli e riproporli in base al tipo ed alla perfezione della strumentazione recettiva e di diffusione: o audio o video o audio e video, o mono o stereo, alta fedeltà ecc… L’apparecchio è, da un lato ricezione, dall’altro riproposizione. Così la materia sarebbe “informata” e potrebbe esprimere questa essenza. La realtà potrebbe essere costituita da elementi in-formativi che, come i liquidi riempiono ogni avvallamento, ogni vuoto, e da elementi recettivi in-formati.
Per cercare di dare una spiegazione “a tutta una serie di anomalie, note da tempo agli addetti ai lavori, che affliggono svariati campi della scienza, dalla Cosmologia alla Fisica quantistica, dalla Biologia alla Psicologia”, alcuni studiosi come Ervin Laszlo, ipotizzano un “”Campo energetico universale” che, registri “olograficamente” l’evoluzione della materia nello spazio e nel tempo (Olos. Il Nuovo Mondo della Scienza, La teoria del “campo PSI”).

Credo che a questo punto ci troviamo di fronte a due alternative che possono riassumere le varie posizioni: a) esisterebbe qualcosa di esterno ai singoli esseri che viene captato o a cui la realtà è collegata come ad es. gli apparecchi elettrici sono collegati alla rete elettrica che li fa muovere in base alle loro caratteristiche sia recettive che funzionali o a segnali elettromagnetici presenti nell’etere, ricevuti in vari modi e forme da strumenti idonei; b) ci sarebbe una componente intrinseca agli esseri come un motore interno. In quest’ultima ipotesi potremmo avere altre due possibilità: 1) potremmo ipotizzare gli elementi minimi costitutivi della materia comprensivi di “capacità psichica”, come “monadi” innumerevoli e complete, ma tendenti alla aggregazione e complessificazione; 2) una sola ed unica realtà che viene distinta e moltiplicata solo apparentemente. Due esempi, non completamente adeguati, ma utili ad una migliore comprensione: il fornaio forma una grande massa di impasto per ricavare il pane: amalgama vari ingredienti: acqua, farina, lievito e sale; dalla grande massa di pasta ricava tante piccole quantità più o meno grandi e con forme diverse che hanno gli stessi elementi iniziali, in particolare tutte con il lievito che le farà lievitare; oppure potremmo prendere come esempio una grande pianta dalla quale crescono tanti rami dai quali spuntano moltissimi rametti… si tratterebbe cioè di una sola pianta con tanti rami.
Dal punto di vista logico quest’ultima ipotesi sembra la migliore in quanto sarebbe difficile accettare una forza o entità esterna strettamente collegata alla realtà, ma esterna ad essa come nell’ipotesi a) o che la realtà sia costituita di innumerevoli esseri indipendenti e “completi” come nell’ipotesi b)1).
Possiamo concludere quindi proponendo l’idea che “la realtà” dotata di psiche, sia una sola, ma espressa in innumerevoli forme e gradi di complessificazione come nel famoso esempio Indù dell’onda del mare che assume varie forme e grandezze, ma che è comunque sempre composta dell’acqua del mare e ad essa ritorna. Purtroppo anche questo esempio non rende completamente il concetto in quanto il mare non è una entità unica ma è composto di un enorme numero di molecole di acqua.
Gli elaboratori elettronici sono capaci di svolgere compiti innumerevoli, complessi e stupefacenti, eppure le loro funzioni di base si riducono a semplicissime e minime operazioni che sono prodotte da banali segnali di “acceso”/”spento” su un supporto adeguato.
Quando i nostri occhi inviano le immagini al cervello non si verificano semplici registrazioni come foto, ma, poiché le cellule interessate (impressionate) sono psichicamente attive e sensibili, le immagini diventano percezioni psichiche. Questo vale per tutti i sensi e qualsiasi percezione corporea.
Nel nostro contesto è importante rilevare che la rappresentazione della “realtà” esterna avviene in se stessi e tramite se stessi.
Con i nostri pensieri e ragionamenti siamo addirittura in grado di dar vita e ruoli a personaggi virtuali diversi e persino contrapposti a noi. Possiamo quindi ipotizzare che “la realtà” sia unica ma che sia in grado di rappresentarsi e costituirsi in forme e ruoli di tutti i tipi. Il motivo sembrerebbe semplice: conoscersi e conoscere attraverso ogni tipo possibile di vita e vissuto…ma di questo speriamo di poter parlare un’altra volta.

Poiché consideriamo che “la psiche” sia presente in tutta la realtà, fin dagli elementi minimi costitutivi, sosteniamo un “Panpsichismo” generale.

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