Osservazioni critiche contro il neotomismo

(Vedere il documento intero in Word: Critica all’argomento di Bontadini)

Dopo le critiche mosse da Hume e da Kant contro le tradizionali prove dell’esistenza di dio, è diventato quasi un luogo comune (sia per i filosofi che per gli uomini della strada) la non dimostrabilità della fede. Molti tra gli stessi credenti – anche nel mondo cattolico – sembrano intellettualmente più vicini a Guglielmo d’Ockham o a Kant che non a Tommaso d’Aquino.

Non mancano (e non sono mancati) anche coloro che additano come impresa superba e vanagloriosa pretendere di dimostrare – tramite strumenti “umani troppo umani” come l’esperienza e la ragione – ciò che è ad un tempo indimostrabile e al di là di ogni pensiero umano. Ricordiamo che lo stesso Anselmo d’Aosta – filosofo e teologo medioevale e ideatore dell’argomento ontologico che “deduceva” dio a partire dal suo stesso concetto – riteneva  anche che dio fosse “più grande di quanto non si potesse pensare”, ovvero trascendente l’intelletto umano. Per non citare la grande tradizione mistica (cattolica e non) la quale – proprio muovendo dall’assolutezza e dall’incommensurabilità di dio – ne scoraggia qualsiasi indagine razionale, puntando invece sull’ “esperienza” interiore.

Eppure, nel secolo scorso, non sono mancati filosofi che hanno tentato di superare le obiezioni scettiche e atee del pensiero moderno richiamandosi a Tommaso d’Aquino e “aggiornando” la prima delle sue cinque vie (quella ex motu). Da qui il loro inquadramento come “neo-tomisti”. I più noti sono la Vanni Rovighi e Bontadini.

Mi concentrerò su quest’ultimo, sia perché il suo argomento – da lui denominato “teorema della creazione” – è ingegnoso e per nulla banale, sia perché gli apologeti più colti e preparati del mondo cattolico tendono a considerarlo come una vera e propria “prova probante” dell’esistenza di dio in grado di superare le obiezioni di Hume e di Kant e di rendere irrazionali le posizioni ateiste.

Per chiarire la struttura logica del “teorema della creazione” riporterò l’agevole riassunto che ne fa Nello Venturini (docente di filosofia al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, di estrazione neotomista) e citerò alcuni passaggi dell’intervista rilasciata da Bontadini a padre Aldo Bergamaschi a Milano il 5 Aprile 1981.

Cominciamo dall’intervista. Alla domanda di inquadrare il suo “principio di creazione” partendo dalla base dell’argomento, ossia dal divenire, Bontadini risponde:

Il divenire si presenta come una realtà contraddittoria. In che cosa consiste la contraddittorietà del divenire? Ho detto si presenta come realtà contraddittoria però devo subito avvertire che io so già in partenza che il divenire non è contraddittorio perché è reale. Siccome il reale non è contraddittorio e il divenire è reale, il divenire non può essere contraddittorio, però si presenta contraddittorio. Allora devo uscire da questa empasse, cercando di integrare la visione del reale in guisa tale che il divenire non risulti contraddittorio” (corsivo mio).

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Vedere il documento intero in Word: Critica all’argomento di Bontadini

9 risposte a “Osservazioni critiche contro il neotomismo

  1. Caro Mattia, ho atteso con vero piacere la pubblicazione del tuo bell’articolo critico: non per voler ripetere gli apprezzamenti che ti feci per quanto riguarda il doc che mi avevi sottoposto a suo tempo (e che invito tutti a leggere, perchè ne vale la pena, e perchè in fondo questo post è solo un riassunto), ma lo ritengo abbastanza esaustivo, completo e probativo. Eccellente. Una sinfonia di ragionevolezza.

    Attendo con piacere tuoi nuovi post (soprattutto riguardo al problema funzionale della religione e della figura di Dio, di cui parlammo a suo tempo).

    Un grande saluto.

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  2. Finalmente ho trovato un pò di tempo per leggere con calma il tuo articolo:
    Mi sembra eccellente sia nella esposizione delle posizioni e degli argomenti di Bontadini & c. sia nella chiarezza e forza delle confutazioni. Lo ritengo qualificante e molto utile.
    Grazie.
    Penso di trovare il modo di metterlo in evidenza insieme ai migliori articoli del blog.

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  3. Mi interesserebbe sapere come vengono affrontati dalla filosofia contemporanea dei problemi come quelli posti dall’entropia, dall’evoluzione, ecc.
    Se supponiamo una realtà universale senza inizio, avendo un tempo infinito alle spalle, dovremmo avere già una entropia totale; dovremmo avere una evoluzione completata, ecc. Se invece supponiamo un inizio, avremmo tanti grossi problemi da risolvere!
    Evidentemente, quando si tratta di infiniti, la nostra mente va in tilt per cui dobbiamo trattarli con molta cautela e consci di essere su terreni minati….

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  4. Finalmente una risposta chiara, razionale, logica alle fumose elucubrazioni dei teologi, complimenti, ho letto con vero piacere intellettuale la risposta al Bontadini ed al Venturini.

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  5. Riceverei con interesse i commenti all’articolo, grazie.

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      Qualora fosse possibile, la renderei volentieri disponibile a tutti.

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  6. @ Spiritualità Razionale: hai focalizzato un problema molto interessante, su cui ancora oggi gli scienziati e i filosofi dibattono: quello relativo alla conciliabilità di un ipotetico universo eterno con il II principio della Termodinamica. Non per niente i creazionisti americani si attaccano proprio a questa difficoltà per confutare l’eternità dell’universo e dimostrare – per reductio ad absurdum – la creazione.
    Gli scienziati non hanno – a differenza degli integralisti religiosi — ancora una risposta chiara al riguardo: molti mi pare che suppongano che un eventuale universo ciclico – oscillante tra esplosione/espansione/contrazione/impolsione ecc. – permetta di superare la difficoltà, dato che ogni “nuovo” universo sarebbe sempre diverso dal precedente.
    Non è ancora chiaro, comunque, se il I e il II principio della Termodinamica si possano applicare a TUTTO l’Universo (non sappiamo infatti se il nostro universo sia o meno un sistema “chiuso”, condizione imprescindibile perché possa valere nel complesso il II principio)

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  7. La filosofia contemporanea si può ridurre a due filoni: quello continentale (di matrice per lo più ermeneutico-heideggeriana) e quello analitico-empirista.
    Il primo è chiamato così perché diffuso prevalentemente in Europa e in Italia. Io non lo seguo, perché lo trovo terribilmente astruso, verboso, metafisico, professorale, accademico e avulso dalle problematiche scientifiche attuali; in altre parole, trovo la filosofia di matrice ermeneutico-heideggeriana letteralmente “fuori dal mondo”.
    Il secondo, invece, è diffuso soprattutto nei paesi anglosassoni e ha come antesignani filosofi empiristi del calibro di Locke e di Hume. Come si sarà capito, io seguo soprattutto questo filone perché – oltre ad essere molto più abbordabile – lo trovo molto più vicino alle problematiche scientifiche ed etiche attuali, e quindi molto più concreto. L’anno scorso, nella scuola in cui insegnavo, un mio collega di filosofia (anche lui cultore di questo filone) mi disse: ” i nostri filosofi ermeneuti, alla Vattimo o alla Cacciari, sono sicuro che di fronte alle argomentazioni di un creazionista “scientifico” americano non saprebbero cosa rispondere, dall’alto della loro accademia. E questo sarebbe molto grave”. Ovviamente mi trovo perfettamente d’accordo con lui.
    Lo stesso Hawking una volta ebbe a dire che la filosofia – qualora non tenga il passo delle scienze naturali, ma pretenda di sganciarsi completamente da queste nella sua smania auto-celebrativa – è condannata a svuotarsi completamente di contenuto e venire percepita sempre più dal grande pubblico come “aria fritta”.

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  8. Raccogliere gli atei intorno a Dio, è l’atto finale della conoscenza del tutto alla fine dei tempi.
    Questo compito non è affidato però alle religioni ma alla teoria unificata dell’Universo fisico e mentale.
    Gli ultimi saranno primi è infatti l’unica più grande affermazione del Bene.
    Quando gli ultimi saranno primi ,tutte le cose saranno veramente radunate in Dio.
    Gli atei sono le persone più drammaticamente interessate a risolvere il problema del dolore e sarebbero i più felici di tutti ad essere smentiti.
    Ovviamente vorrebbero essere convinti che Dio è buono pur avendo permesso il male.
    Questa è la vera unica condizione per accettare Dio.
    Se infatti Dio esistesse e si dimostrasse palesemente all’uomo, rivelandosi però malvagio.
    Sarebbe logico e giusto dirgli: TU SARAI ANCHE DIO MA IO TI DICO VATTENE VIA DA ME!
    Non esistono dunque uomini migliori degli atei. Loro pensano correttamente : se Dio esiste allora è anche buono e ci spiegherà ragionevolmente la sua incomprensibile assenza provvisoria.
    Cosa faceva DIO mentre noi soffrivamo indicibilmente?
    Gli atei così pensando ,dimostrano di essere uomini sinceramente e fortemente amanti del bene, forti paladini del giusto vivere,disperati e doloranti di fronte al soffrire dell’umanità .
    Gli atei dunque potrebbero essere figli migliori di Dio di quanto lo sono fanatici credenti di maniera.
    Per questo loro modo di esistere gli atei sono infatti sempre pronti ad imbarcarsi in una discussione sull’esistenza di Dio.
    All’apparenza per negarla l’esistenza di Dio ma in realtà per affermarla felici ,se si dimostrasse confacente al bene.
    In altri termini gli atei si pongono il problema di Dio in termini critici e scientifici ,ma soprattutto etici e morali.
    Insomma in nessun forum di ateismo un credente in Dio non troverà ospitalità e cortesia da parte degli atei.
    Molto più facile sarà trovare ostilità in un sito religioso ,se ci si dimostrerà non allineati e succubi dell’interpretazione già disponibile.
    Ciò quasi sempre avviene in base ad una arrogante posizione dogmatica e ad una pretesa santità presunta ,degli editori “credenti” del sito.
    Bene ora la teoria unificata dell’universo fisico e mentale è stata trovata in termini laici e scientifici.
    In essa Dio è solo un effetto collaterale logico.
    Ciò che esiste è Universale, necessario e immutabile. Quindi è completamente e decidibilmente LIMITATO in SE’ e niente affatto infinito.
    L’Universo non è infatti infinito ma limitato ,intero e unificabile oltre l’entropia. Il divenire è una finzione matematica la cui sostanza immaginaria in teorema in numeri cardinali ,(quantizzati),,non contraddice affatto la realtà matematica in numeri continui.
    Le ragioni matematiche invisibili delle leggi naturali ,sono della stessa sostanza dei fenomeni visibili. Non c’è un divenire reale e contraddittorio ma neanche falso. Il divenire è una rappresentazione matematica in numeri immaginari alla Mente non al cervello.
    Il male dell’universo visibile è dunque un male finto e non reale . Dura solo per un tempo come avviene a teatro. Poi esci e se hai capito la lezione sei un uomo migliore che non ha ricevuto alcun danno dagli attori. Eppure hai riso ,hai pianto ti sei commosso, sei cambiato e sei soddisfatto di aver ricevuto risposte esistenziali e profonde dal dramma, dalla commedia, dalla musica messa in scena.
    Si accendono le luci in sala, esci nella pioggia o nell’aria fresca o calda fuori dal teatro e ti avvii verso casa tua, rinnovato trasformato pronto ad essere migliore e vivo. Prima dello spettacolo intenso ,forte ,sconvolgente ma salvifico ti sentivi perso, insignificante, MORTO. Ora sei guarito e vivi e corri incontro alla vita nuova capita e dispiegata avanti a te nel bene . Un bene che ora è capito e posseduto per la prima volta in modo nuovo.
    Pertanto il male finto consiste di uno psicodramma provvisorio ed educativo, che non arreca male reale ed eterno.
    Ora le cose precedenti non verranno più in mente. Morte dové il tuo pungiglione ,dove la tua vittoria?
    Io invierò su questo sito successive brevi mail per singoli argomenti di scienza e filosofia.
    Per una lettura completa e gratuita di tutta” la teoria unificata dell’universo fisico e mentale “visita in rete il sito Vincenzo russo filosofo eleatico pitagorico. Saluti atei.

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