Profonde e deliberate differenze tra i dieci comandamenti della Chiesa cattolica e il Decalogo biblico originale.

Secondo Es 20, 1-21 e Dt 5, 1-22, Dio consegnò i dieci co­mandamenti agli uomini attraverso Mosè ammonendo: «Ascolta, Israele, le leggi e le norme che oggi io proclamo dinanzi a voi: imparatele e custoditele e mettetele in pratica». I cattolici, natu­ralmente, credono che i comandamenti che appaiono nel loro catechismo siano gli originali, qualcosa come la traduzione lette­rale di quelle tavole di pietra che il cinema di Hollywood ci mo­strò nelle mani di Charlton Heston. Ma un semplice confronto tra il Decalogo del Deuteronomio e il catechismo cattolico mette in luce una curiosa evidenza: la Chiesa cattolica modificò a suo piacimento i comandamenti di Dio per adattarli alle proprie ne­cessità! Inutile credere che la parola di Dio sia sacra e inalterabile, perché tutto ciò che non è conveniente alla Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana, può essere manipolato per la mag­giore gloria divina. Vediamo che correlazione vi è tra il Decalogo originale e quello cattolico (vedi schema più sotto).

Il primo elemento che stupisce è l’eliminazione del secondo comandamento del Decalogo Deuteronomico. La ragione di un taglio così sfacciato è lampante se confrontiamo il mandato biblico di «Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo…» con la pratica centrale del culto cattolico di ve­nerare una schiera d’immagini d’invocazione alla Madonna, ai santi di ogni epoca e allo stesso Gesù Cristo.

Alla luce del mandato inappellabile del Dio della Bibbia, la cui adempienza fu riconfermata dallo stesso Gesù, il cattolicesi­mo è una religione idolatra. È per questo che la Chiesa, cre­sciuta tra gente abituata all’idolatria facendo propri miti e riti pagani, per conquistare la devozione di masse prive di cultura ha dovuto cancellare dalla memoria dei suoi credenti, come si vedrà, la proibizione divina di adorare immagini.

Il Decalogo originale secondo l’Antico Testamento (Dt 5, 7-21)

Il Decalogo secondo la Chiesa cattolica

1. Non avere altri dèi di fronte a me.

1. Non avrai altro dio fuori di me.

2. Non ti farai idolo nè immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, nè di ciò che è quaggiù sulla ter­ra, nè di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso,che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, ma usa misericordia fino a mille genera­zioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.

!?

3. Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore

2. Non nominare il nome di Dio non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano, in­vano.

4. Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato. Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno nè tu, nè tuo figlio, nè tua figlia, né il tuo schiavo, nè la tua schiava, nè il tuo bue, nè il tuo asino, nè alcuna delle tue bestie, nè il fore­ stiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ri­cordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire dilà con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.

3. Ricordati di santificare le feste.

5. Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.

4. Onora tuo padre e tua madre.

6. Non uccidere.

5. Non uccidere.

7. Non commettere adulterio.

6. Non commette­re atti impuri.

8. Non rubare.

7. Non rubare.

9. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

8. Non dire falsa te stimonianza.

!?

9. Non desiderare la donna d’altri.

10. Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, nè il suo campo, né il suo schiavo, nè la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, nè alcuna delle cose che so­no del tuo prossimo.

10. Non desiderare la roba d’altri.

Nel quarto comandamento il Dio biblico ha ordinato: «Os­serva il giorno di sabato per santificarlo […]. Sei giorni fatiche­rai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è il sabato per il Si­gnore tuo Dio: non fare lavoro alcuno…», ma la Chiesa cattoli­ca lo ha trasformato in «santificare le feste», che non implica nemmeno lontanamente la stessa cosa, o forse sono equivalenti il mandato di non lavorare il sabato e quello di andare a messa tutte le domeniche e in occasione delle altre festività? Di nuovo la Chiesa cattolica ha modificato i piani di Dio senza la mini­ma perplessità. Nel secondo paragrafo di questo capitolo ritor­neremo sull’argomento.

Il settimo comandamento biblico «non commettere adulte­rio» indica un precetto ben chiaro e concreto: non commettere adulterio, cioè rispettare la fedeltà sessuale coniugale. Ma la Chiesa cattolica ha voluto essere un po’ più esigente dello stes­so Dio e ha modificato la sua volontà ordinando, nel celebre e patologico sesto comandamento: «Non commettere atti impu­ri». Mentre il Dio biblico proscrive solo il mantenere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio2, la Chiesa cattolica obsexa fino alla cattiveria, trasforma tutto ciò che riguarda la sessualità umana in qualcosa di orribile3.

L’esempio di sant’Agostino costituisce una buona indica­zione della mentalità cattolica in materia sessuale: questo pa­dre della Chiesa, che confessò nelle sue memorie: «nella lascivia e nella prostituzione ho consumato le mie forze», ha sem­pre avuto una grande necessità di donne, visse molto tempo in concubinato, prendendo infine una bambina di dieci anni per fidanzata e un’altra donna più adulta per amante. Poi, spossato dagli eccessi sessuali, investì le sue forze in una pate­tica crociata contro il piacere sessuale, qualificandolo «mo­struoso», «diabolico», «malattia», «pazzia», «marciume», «pus nauseabondo», ecc. Con questo atteggiamento il vescovo d’Ip­pona ha fanaticamente condannato ciò che chiamò «la concu­piscenza nel matrimonio», un sacro lavoro che, quindici seco­li dopo, continua a essere al centro della gerarchia della Chie­sa cattolica.

Se si rivede la letteratura catechista cattolica dell’ultimo se­colo, si nota con stupore che le prescrizioni e le proibizioni re­lative al sesso comandato hanno occupato un luogo preponde­rante nei confronti degli altri peccati. I vescovi e i sacerdoti han­no sempre considerato il masturbarsi di un’adolescente, «un peccato mortale che fa imputridire la colonna vertebrale e condanna in modo inappellabile al fuoco dell’inferno», o il ballare troppo stretto, più grave dello sfruttamento degli operai, del furto o dell’assassinio.

Nell’attuale catechismo cattolico, per esempio, si condanna senza eccezioni la masturbazione, mentre si giustifica la pena di morte e la guerra e si accetta la possibilità di uccidere un al­tro in difesa del bene comune4. Che tipo di mente si deve ave­re per immaginare che Dio si possa sentire più offeso da chi si masturba che da chi uccide anche se in «difesa del bene co­mune»?

Per quanto riguarda il nono comandamento del Decalogo, il Catechismo cattolico vigente segnala che ““La menzogna consi­ste nel dire il falso con l’intenzione di ingannare” (sant’Agosti­no, De mendacio 4, 5). Nella menzogna il Signore denuncia un’opera diabolica: “Voi… avete per padre il diavolo.., non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è men­zognero e padre della menzogna” (Gv). La menzogna è l’offesa più diretta alla verità. Mentire è parlare o agire contro la verità per indurre in errore chi ha il diritto di conoscerla. Ferendo il rapporto dell’uomo con la verità e con il suo prossimo, la menzogna offende la relazione fondamentale dell’uomo e della sua parola con il Signore. La gravità della menzogna si commisura alla natura della verità che essa deforma, alle circostanze, alle intenzioni del mentitore, ai danni subiti da coloro che ne sono le vittime. Se la menzogna, in sé, non costituisce che un pecca­to veniale, diventa mortale quando lede in modo grave le virtù della giustizia e della carità»5.

Arrivati a questo punto del libro, con tutto ciò che sappia­mo già, bisogna riconoscere alla Chiesa cattolica una impronti­tudine soprannaturale. Non è forse mentire falsare gravemente le Sacre Scritture? Non è forse mentire mantenere nel canone neotestamentario testi dati per ispirati e scritti dagli apostoli quando si è dimostrato senza ombra di dubbio che sono docu­menti pseudoepigrafici? Non è forse mentire indurre in errore i credenti fornendo loro un’interpretazione del messaggio evan­gelico contraria all’intenzione di Gesù e degli apostoli? Non è forse mentire aver costruito lo Stato della Chiesa cattolica sulle falsificazioni della Donazione di Costantino? Non è forse menti­re il comportamento della Chiesa che abbiamo documentato in ogni pagina di questo lavoro?

Invece, per la Chiesa cattolica è possibile che le più formida­bili menzogne della storia umana non siano più tali, forse perché la sua coscienza riposa sulla dottrina della menzogna econo­mica o pedagogica (basata nel disegno divino della salvezza), so­stenuta dal teologo Origene, il quale difese la funzione cristiana dell’inganno postulando la necessità di una menzogna come «condimento e medicamento». Definitivamente, i comanda­menti della Legge di Dio non sono stati fatti per essere osserva­ti dalla Chiesa cattolica, un’istituzione che ha innalzato se stes­sa al di sopra di tutto ciò che è umano e divino.

Confrontando il Decalogo biblico con quello cattolico si può notare che nel momento in cui si arriva al decimo del pri­mo, si è ancora al nono del secondo. Eliminando il secondo co­mandamento originale, la Chiesa cattolica doveva trovarne uno per completare la decina, così da non provocare sospetti con un decalogo zoppo. La soluzione è stata quella di trasformare il no­no biblico nel nono e decimo cattolico6.

Così, il «non desiderare la moglie del tuo prossimo» è passa­to dal decimo biblico al nono comandamento elaborato dalla Chiesa cattolica, la cui versione finale è: «Non desiderare la donna d’altri». Il resto del decimo comandamento biblico è di­ventato il decimo cattolico con un significato equivalente.

Un credente cattolico onesto e coerente con la sua fede do­vrà porsi almeno questi due interrogativi: a) Se la parola di Dio è Legge, e il suo Decalogo è sostan­zialmente diverso da quello che la Chiesa cattolica obbliga a se­guire, come può la Bibbia essere considerata parola divina men­tre si osserva e s’innalza una parola umana che la contraddice? Questo è il rispetto che i cattolici hanno per il Dio di cui si riempiono la bocca?

b) Se per uscire dal dubbio si ricorre a Gesù come arbitro, a quale delle affermazioni contraddittorie dobbiamo dare più credibilità? In Mt 5, 17-18 dichiara: «Non pensate che io sia ve­nuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per aboli­re, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto». Dato che il cielo e la terra non sono ancora scomparsi con l’avvento del Giudizio universale, e che il Decalogo è una parte fondamenta­le della Legge, è evidente che Gesù proclama la necessità di os­servare integralmente i comandamenti biblici, come egli li ha conosciuti, e non come la Chiesa li ha truccati, e li continua a truccare.

Ma se si legge il Gesù di Mt 19, 16-19, si resterà sorpresi nel vedere che egli stesso sembra revocare la Legge che alcuni ver­setti prima dichiarava obbligatoria nella sua totalità: «Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: «Qua­li?”. Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso””.

Se il testo non è stato modificato — da qualche copista pre­cedente al Concilio di Nicea, risulta evidente che Gesù ridus­se i comandamenti a sei, eliminando — in modo incomprensi­bile e incompatibile con la sua predicazione — i quattro primi del Decalogo mosaico (base del monoteismo ebraico-cristia­no), e cambiando il decimo in quello di amare il prossimo. Anche se, poco dopo, in Mt 22, 36-40, Gesù torna a dare una nuova versione: “Maestro, qual è il più grande comandamen­to della legge? Gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tut­to il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il se­condo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stes­so. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.

Dato che l’operato di Dio non può manifestarsi con atti con­traddittori tra loro — anche se questa è una delle conclusioni che spesso si traggono leggendo le Scritture — la questione sarà quella di stabilire quando Gesù ha espresso il mandato di Dio: se lo ha fatto in Mt 5, 17-18, la Chiesa cattolica tradisce Dio imponendo un Decalogo estraneo al veterotestamentario. Ma se la nuova volontà di Dio si trova nel Gesù di Mt 19, 16-19, la Chiesa cattolica tradisce allo stesso tempo Dio e Gesù, giacché i suoi comandamenti non sono i sei numeri del Nazareno. Se tutto può essere riassunto nelle parole del Gesù di Mt 22, 36-40, risulta ovvio che ci sono otto comandamenti in più e che la Chiesa continua a tradire non sappiamo se Dio, Gesù o qual­cun altro. In ogni modo, resta chiaro che la Chiesa ha alterato i comandamenti che essa stessa attribuisce a Dio, con tutto ciò che questo comporta.

Come se ciò non bastasse, il seguito del passo di Mt 19, 16-19 conduce a una conclusione che, collocata sulla linea di galleggiamento della Chiesa cattolica, diventa una bomba a orologeria. Infatti, in Mt 19, 20-26, si legge: «Il giovane gli disse: Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? Gli disse Gesù: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quel­lo che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Gesù allora disse ai suoi disce­poli: In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli. A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: Chi si potrà dunqùe salvare? E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Tutti i cattolici dovrebbero rimanere costernati, non solo i ricchi, ma anche coloro che possiedono beni e non li hanno impiegati a beneficio dei poveri. I re, i papi o i vescovi sono già stati avvertiti in anticipo da Gesù della loro impossibilità di en­trare nel «regno dei cieli» (salvo che la misura dei cammelli e degli aghi si sia invertita negli ultimi duemila anni). O forse può essere presa alla lettera una frase di Gesù e nello stesso tem­po ignorarne qualsiasi altra che non convenga agli interessi per­sonali dei credenti o della Chiesa?

La risposta a quest’ultima domanda è affermativa. Prova di ciò sono i paragrafi 2.052 e 2.053 del Catechismo della Chiesa cattolica, dove si analizza il testo di Mt 19, e si attesta come, oh casualità!, i versetti che negano la salvezza dei ricchi non siano presi in considerazione, tanto da manipolare gravemente le pa­role di Gesù annullando il senso dialettico del suo discorso. Forse si tratta di un’opera di carità per non spaventare inutil­mente le coscienze cattoliche borghesi?

Nello stesso Catechismo si può leggere che “Con il suo agire e la sua predicazione, Gesù ha attestato la perennità del Deca­logo. Il dono del Decalogo è accordato nell’ambito dell’alleanza conclusa da Dio con il suo popolo. I comandamenti di Dio ri­cevono il loro vero significato in e per mezzo di questa Allean­za. Fedele alla Scrittura e in conformità all’esempio di Gesù, la Tradizione della Chiesa ha riconosciuto al Decalogo un’impor­tanza ed un significato fondamentali. Il Decalogo costituisce un’unità organica in cui ogni “parola” o “comandamento” ri­manda a tutto l’insieme. Trasgredire un comandamento è in­frangere tutta la Legge»7.

Purtroppo per i nostri dubbi, il Catechismo della Chiesa cat­tolica, che è così minuzioso quando si tratta di fatti irrilevanti, non spende una parola per chiarire se falsificare il Decalogo co­me lo fa la Chiesa cattolica è «infrangere tutta la Legge» o sol­tanto si tratta di un graffio senza importanza.

Citazioni:

1 Cfr. Catechismo della Conferenza Episcopale Italiana per la vita cristiana, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1992. Il testo è pubblica­to dalI’Episcopato italiano come catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli.

2 Cosa particolarmente importante in una cultura patriarcale, com’era quella ebraica, destinataria del Decalogo, in quanto in questo tipo di società le proprietà (terre, bestiame, beni mobili e immobili, ecc.) e le funzioni si ereditavano per via seminale, cioè, attraverso il lignaggio di sangue che trasmetteva il maschio al suo primogenito e al resto dei fi­gli/e. In questo contesto l’uomo doveva essere in grado di fare affida­mento su garanzie che assicurassero la paternità dei suoi figli evitando le gravidanze extraconiugali della moglie. Per tale ragione fu legislati­vamente introdotta la pena di morte per le donne adultere. Una neces­sità che, molti secoli prima, aveva portato a controllare in modo asso­luto la sessualità della donna, riducendola a generatrice d’eredi del ma­schio e privandola del suo diritto di controllo genitale e del piacere sessuale. D’altra parte, la collettività aveva bisogno di proteggersi dai figli illegittimi (maschi) che avrebbero potuto aspirare all’eredità, tra­sferendo beni da un clan a un altro indebolendo la struttura familiare del padre biologico. Per questo motivo, e non per essere peccato, dove­va essere evitato l’adulterio. Cause socioeconomiche, e non teologiche, hanno spinto a includere questa proibizione in un elenco di regole di convivenza rese pubbliche come regole di Dio per costringere alla loro osservanza.

3 La repressiva morale sessuale ufficiale della Chiesa cattolica che oggi, fortunatamente, la stragrande maggioranza dei credenti non segue —, contrasta vivamente con la voracità sessuale di alcuni dei suoi più auto­revoli «padri della Chiesa», come sant’Agostino, con le pratiche sessuali licenziose e corrotte che per secoli hanno caratterizzato papi, vescovi e clero in generale, così come con la realtà delle pratiche sessuali del clero cattolico attuale. Al riguardo si può consultare la ricerca pubblicata in P. Rodriguez, La vida sexual del clero, cit., e la relativa bibliografia che lì si riporta.

4 Cfr. Santa Sede, Catechismo della Chiesa cattolica, cit.: «Tra i peccati gra­vemente contrari alla castità, vanno citate la masturbazione, la fornica­zione, la pornografia e le pratiche omosessuali» (paragrafo 2.396, p. 584). «La proibizione dell’omicidio non abroga il diritto di togliere, ad un ingiusto aggressore, la possibilità di nuocere. La legittima difesa è un dove­re grave per chi ha la responsabilità della vita altrui o del bene comune» (paragrafo 2.321, p. 569).

5 Ivi., p. 602, paragrafi 2.482 a 2.484.

6 La sfrontatezza della Chiesa cattolica è così inaudita che quando deve mettere a confronto il Decalogo originale con il proprio unisce il primo e il secondo comandamento in uno per non evidenziare la loro manipo­lazione (anche se così il decalogo biblico resta con nove punti!). Nel Catechismo attuale, per esempio, si presenta il testo del primo comandamento dicendo: «Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna… ingannando in modo consapevole il lettore in quanto, tanto nel Decalogo di Es 20, 3-17 come in quello di Dt 5, 7-21, la prima frase corrisponde al primo comandamento e la seconda «Non ti farai idolo…» è l’inizio del successivo. Se i due comandamenti sono unificati (alterando la struttura del testo che li contiene), dovrebbero es­sere uniti anche gli altri, per formare infine un solo comandamento, co­sa assurda trattandosi di un decalogo (ivi, pp. 511-512).

7 Ivi, p. 518, paragrafi 2.076 a 2.079.

———-

Tratto da: “Verità e Menzogne della Chiesa Cattolica”  di Pepe Rodriguez

 

 

16 risposte a “Profonde e deliberate differenze tra i dieci comandamenti della Chiesa cattolica e il Decalogo biblico originale.

  1. Chi ha mai detto che la chiesa cattolica romana è la depositaria della Parola di Dio? Dove è scritto ciò?
    Gesù non parlò mai di cattolica romana! La cattoloica romana sono una sinagoga di Satana che guida tale congregazione di impostori e bugiardi. Ogni punto della Bibbia è stato modificato dai vertici cattolici per la loro frode. Le loro scomuniche a chi non la pensa come loro fanno veramente ridere. Come può uno scomunicato nella Parpla di Dio scomunicare qualcun altro?
    La scomunica è un atto ipocrita che proviene da chi vive nell’ipocrisia.

    Per leggere l’intero testo

    "Mi piace"

  2. Ci sono due modi per porsi davanti agli errori degli uomini.
    Segue

    "Mi piace"

  3. Ho trovato anche questo….
    IL CULTO DElle immagini sacre

    A cura di Giampaolo Barra apologeta e direttore della rivista “Il Timone”

    Segue

    "Mi piace"

  4. Grazie Stefano,
    molto interessante.

    "Mi piace"

  5. visitatorepercaso

    certo che tutto questo è valido per un cristiano che non va al di là dell’imparare a memoria i dieci comandamenti del libro del catechismo che aveva alle elementari… ovvero uno che non si può definire certo cristiano praticante!
    Cominciamo a dire che un buon cristiano dovrebbe anche avere in casa una bibba e leggerla e non mi sembra che la chiesa privi la vendita delle bibbie! o no!?
    Continuiamo col dire che le occasioni in cui vengono proposti insegnamenti, spiegazioni, corsi e quant’altro sui brani bibblici, da parte di preti, come di laici ce ne sono a bizzeffe! peccato che nessuno ne vuole sapere niente! e poi siamo qui a dirci “i cattolici sono ignoranti su quello che dice la Bibbia!”
    ma per forza!
    Ah! a proposito di Sant Agostino:
    se siete veramente intenzionati a sapere come stanno le cose andate a leggervi “Le confessioni”, ovvero la biografia da cui è stata sapientemente estratta una frase che, presa così singolarmente non dice proprio niente! andate a leggere il libro per intero se non avete paura di scoprire che forse c’è un’altra verità!

    Altra informazione… visto che parti del vangelo di Matteo… guarda caso nel vangelo di Matteo dal capitolo 5 fino alla fine del capitolo 8, Gesù spiega proprio come il suo arrivo segni l’inizio di una nuova alleanza che va oltre e completa quella vecchia (ovvero quella su cui si basano i dieci comandamenti), per filo e per segno ripercorre i pilastri della Legge rinnovandogli e dando loro un volto completamente nuovo… cmq questo è evidente in tutto il nuovo testamento, anzi, ti dirò anche che l’intento dell’evangelista Matteo (lo si deduce leggendo i suoi scritti ma anche conoscendolo come personaggio storico) era proprio quello di parlare ai Giudei e di spiegare come Gesù sia una sorta di perno per la storia del popolo d’israele, venuto a rinnovare l’alleanza con Dio e a dargli nuova forma…
    beh, poi naturlamente la chiesa… anzi cosa dico? il vaticano! perchè oggi va più di moda dire così! il vaticano ha insabbiato tutto e durante la messa che viene detta tutti i giorni non legge delle vere letture prese dalla Bibbia, ma delle finte letture inventate per assoggettare il povero popolo di babbei…. specifichiamo che sto ironizzando, perchè qualcuno potrebbe anche crederci!

    purtroppo tante volte ci si limita a dare contro tappandosi le orecchie e facendo finta che le cose non esistano.

    Io per primo ho sempre fatto così, ma poi ho allargato i miei orizzonti, rendendomi conto che bisogna avere il coraggio di ascoltare anche l’altra campana e di verificare che quello che effettivamente si pensa sia reale.
    Non dico diventare cattolici, convertirsi… però chiedersi, ad esempio in questo caso: è proprio vero che questi brani evangelici non vengono letti? se si mettesse piede in chiesa prima o poi si incapperebbe nella lettura e nella conseguente spiegazione di questi brani: parola di chi ci va e che si è sentita brani e valide spiegazioni. e cmq basta andare in libreria e una bibbia la trovate, voglio dire… non è sto libro segreto…
    o anche sant’agostino! vi incuriosisce? andate a leggere! si fa così! se no non si saprà mai la verità, ma solo cose rielaborate da qualcun’altro!
    mi sembra che il concetto che sosteniate sia proprio questo, no? la verità a tutti i costi, oltre la mentalità comune, la verifica di tutto… e allora cos’aspettate?

    "Mi piace"

    • altrovisitatorepercaso

      Ciao visitatorepercaso,
      sono arrivata per caso in questo sito. Ho letto la tua replica e ti ringrazio per il modo mite che usi nel replicare a questo articolo che, a dir poco, a me ha fatto molta impressione. Trovo in fatti che voglia sostenere a tutti i costi un punto stabilito a priori ed utilizza metodo e misura di parte nel fare il paragone fra i due testi.
      All’autore del testo, il consiglio è tanto studio prima di mettere “inchiostro su carta”.

      "Mi piace"

  6. Circa il tuo punto 4, mi sembra che la Chiesa cattolica parli di possibilità di uccidere solo nel caso di leggittima difesa, cioè come estrema difesa a chi ci sta uccidendo e per opporci al quale non possiamo fare nient’altro. Circa poi le variazioni ai 10 comandamenti mi chiedo se, visto che nelle antiche scritture si parla di schiavi e di padroni, dobbiamo ancora oggi parlare di schiavi? Dobbiamo parlare di un Dio che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione? E poi vorrei aggiungere.. giudichi Sant’Agostino per aver ammesso i suoi errori.. com’è brutto vedere qualcuno scagliarsi contro chi si pente dei propri errori.. Per concludere io non conosco il tuo Credo ma se provi a condannare la Chiesa Cattolica attuale per i suoi 2000 anni di storia passati, sappi che è tuo dovere dare anche una soluzione alternativa al mondo dei cattolici, altrimenti le tue parole non servono a nulla. Ed aggiungo e concludo che se come primo o secondo passo per smontare un’istituzione millenaria avete deciso di puntare sulla liberalizzazione della sessualità dal suo fine più nobile che è il concepimento, sul problema della verginità di Maria o se accettare o no dei preti celibi senza offesa ma vi trovo di basso profilo intellettuale; ed io non ho tempo da perdere con le vostre fantasie. Questo mondo a cui io appartengo ha bisogno di ben altre soluzioni ai suoi tanti problemi.

    "Mi piace"

  7. spiritualrationality

    David dice: “sappi che è tuo dovere dare anche una soluzione alternativa al mondo dei cattolici, altrimenti le tue parole non servono a nulla”
    1) Mostrare l’errore e le sue basi è un primo passo indispensabile per “cercare in altra direzione” e trovare percorsi spirituali più validi.
    2) Già il titolo del blog è una risposta implicita: occorre una “spiritualità razionale”
    3) Ho scritto già alcuni articoli indicativi. Ad es. vedi: “Ispirazione “divina” ed umana”
    4) Una “conoscenza e una coscienza spirituale” che non si aggancia ad alcuna rivelazione non può essere un “pacchetto preconfezionato”, ma una riconsiderazione razionale dei concetti più profondi che sono stati espressi da saggi nei secoli e, soprattutto, una ricerca comune dell’umanità

    "Mi piace"

  8. spiritualrationality tu dici che mostrare l’errore e le sue basi è un primo passo… ma io ti ricordo che TU NON SEI NESSUNO, COME ME DEL RESTO.. CIO’ CHE A NOI PUO’ SEMBRARE ERRATO A DIO POTREBBE RISULTARE GIUSTO.. prova solo a pensare alle parole di Gesù “chiunque non ha peccato scagli la prima pietra” . La cosa migliore che possiamo fare è dare il buon esempio, non ricercare l’errore negl’altri.

    "Mi piace"

  9. teologo cattolico

    capito ora su questo articolo lungo che confesso non ho letto per intero. faccio tre osservazioni, spero in qualche modo utili; o almeno presento il mio commento:

    1. il decalogo che l’articolo dice “secondo la chiesa cattolica” è la nota ed esplicita – almeno per i cattolici – versione catechistica di quello biblico. Non è la stessa cosa. é utile far notare che anche il “catechismo della chiesa cattolica” non è la Bibbia. Un cattolico anche di bassa preparazione sa che quanto legge il catechismo non sta leggendo la Bibbia. Una volta preso atto di questa differenza – concettualmente abbastanza facile da afferrare, a mio avviso- cade ogni contraddizione: si tratta invece solo di differenza tra tra due oggetti dichiaratamente differenti.

    2. faccio anche notare che l’elencazione dei comandamenti che dite biblica – e dunque quella che considerate più autorevole – è una vostra personale interpretazione, secondo divisione personale con criterti personali. dove inizia un comandamento e dove finisce è criterio umano, non è Parola di Dio. Il testo biblico è un tutto unico, senza distinzione e numerazione, nemmeno quella dei versetti (se poi si seguisse la distinzione in versetti i comandamenti sarebbero circa 16).
    è nota la differente elencazione delle dieci parole secondo versione 1. rabbinica; 2. cattolica e luterana (agostiniana); 3. ortodossi e riformati. Nessuno scandalo, sono tutte interpretazioni e suddivisioni/classificazioni del testo della Bibbia (anche quella rabbinica ripeto).

    3. che non esista una versione unica/univoca e fissata astrattamente del decalogo è attestato dalla stessa doppia versione bilbica presente oltre che in Dt anche in Es 20, con le note differenze. Quale è vero decalogo? il paradigma originario? é risaputo invece che la Bibbia interpreta se stessa, parla di sè, si riprende e autocommenta, non c’è contraddizione in questo. La versione deuteronomistica è ritenuta più antica; ma è parimenti parola di Dio anche Es 20, che del decagolo da una versione/interpretazione/applicazione differente: questo significa che non si viola nessun precetto e dogma scritturistico- di orientamento fondamentalista, come sembra sosteniate – se ci si permette di interpretare la Bibbia come esplicitamente intende essere la versione catechetica cattolica dei dieci comandamenti.

    "Mi piace"

    • “questo significa che non si viola nessun precetto e dogma scritturistico”

      Scusa, ma non sono assolutamente d’accordo con te… La Chiesa cattolica non si limita a riordinare i comandamenti o a suddividerli secondo una diversa logica: ci sono delle gravi omissioni e manomissioni che minano le basi stesse della religione e trasformano un culto monoteista in un minestrone indefinibile. Gran parte delle attività della Chiesa, per esempio, si basano sul’idolatria (non a caso il comandamento omesso è proprio il succitato nr. 2), e questo non si può negare: santini, statue e crocifissi davanti ai quali la gente si inginocchia, preghiere e invocazioni rivolte a Maria o ai santi anziché direttamente a Dio… Vorresti dire che questa è una semplice e innocua interpretazione? A mio parere è una grave mancanza, una violazione imperdonabile e rabbrividisco se mi soffermo a pensare a quanta gente la porta avanti inconsapevolmente e in buona fede, per ignoranza o per timore.

      "Mi piace"

  10. E’ proprio vero…la chiesa cattolica ha modificati gran parte dei comandamenti…io pur essendo cattolica nn frequento la chiesa perchè nn credo nella sua istituzione e proprio x qst sn arrivata davanti ad un bivio…penso proprio ke cambierò religione xkè a mio avviso gli evangelici predicano in modo più giusto la PAROLA DI DIO…la chiesa cattolica e tutto ciò ke fa parte di essa tende solo a speculare,imbrogliare e nn attua neanche in minima parte ciò ke DIO c ha insegnato…i preti sn i primi falsi ke esistano sulla faccia della terra…..io credo solo nel SIGNORE…

    "Mi piace"

  11. LA CHIESA NON HA ALTERATO I 10 COMANDAMENTI.

    1. La Bibbia cattolica traduce fedelmente l’originale ebraico.

    2. La Bibbia, nel testo originale, non presenta punteggiatura e numerazione dei versetti. Pertanto la suddivisione dei comandamenti è convenzionale ed è diversa a seconda della tradizione di riferimento.
    La Chiesa Cattolica e la chiesa luterana considerano il comandamento di avere un unico Dio e la proibizione di adorare idoli tutt’uno, mentre altre tradizioni li suddividono in due comandamenti, come fanno la Chiesa Ortodossa ed alcune chiese protestanti. Lo stesso vale all’inverso riguardo i comandamenti di non desiderare la donna o la roba d’altri.

    3. la teoria complottista che attribuirebbe alla Chiesa cattolica di aver alterato i 10 comandamenti per poter utilizzare le immagini non ha alcun fondamento per 2 motivi.

    Il primo motivo è che anche la chiesa luterana , che non ammette l’uso delle immagini, usa la stessa suddivisione dei 10 comandamenti della Chiesa Cattolica.

    Il secondo motivo è che tra le chiese che considerano terzo comandamento la proibizione dell’idolatria delle immagini c’è anche la Chiesa Ortodossa che non ha alcun problema ad utilizzare le immagini perché la venerazione delle statue dei santi e l’uso delle immagini a scopo didattico non costituiscono idolatria.

    A questo proposito, è utile avere presente che le stesse sinagoghe nei primi secoli Dopo Cristo presentavano non di rado immagini. Molto interessante è il sito di Dura Europos del 3° secolo D.C. , in Siria, dove è stata rinvenuta sia una sinagoga totalmente affrescata di scene dell’antico testamento , sia una antica casa-chiesa , anch’essa affrescata.

    Inoltre , il Catechismo, che ha lo scopo di insegnare la dottrina cristiana preconizzata nel Vecchio Testamento e realizzata nel Nuovo, riporta i comandamenti rivisti alla luce dell’annuncio dl Nuovo Testamento, che , ad esempio, non impone più il sabato.

    "Mi piace"

  12. Pingback: I Comandamenti di Benigni: Non commettere adulterio | dettagliTV

  13. Io credo che Gesù intendesse dire che i ricchi ben difficilmente riescono a essere fedeli ai comandamenti.
    Ma non che se sei ricco sei condannato.

    "Mi piace"

    • Ricchi di materia o di superbia o di spirito inteso come presenza egoica, ricchi di se stessi e quindi di ego.
      La ricchezza è da intendersi come l’antitesi dell’umiltà e chi non è umile non può fondersi nel tutto ma si stende in piedi anche di fronte al Re e cosi facendo il Re lo allontana.
      Quando preghi hai la tendenza a inginocchiarti o ancor più a stenderti al suolo, come a porti come ultimo… non a caso gli ultimi saranno i primi.

      "Mi piace"

Lascia un commento